Henrikh Mkhitaryan rimpiangerà di non aver ascoltato i consigli di Martinez nel 2024, ora gli costerà caro.

Nel mondo ad alta pressione del calcio professionistico, dove le carriere si costruiscono su scelte istantanee e un impegno incrollabile, Henrikh Mkhitaryan si trova a un momento cruciale che potrebbe segnare il crepuscolo della sua gloriosa carriera. A 36 anni, il centrocampista armeno, celebrato per la sua visione, versatilità e instancabile ritmo di lavoro, sta affrontando le conseguenze di aver ignorato i consigli fondamentali del suo compagno di squadra e capitano dell’Inter, Lautaro Martinez, nella stagione 2024. Quello che era iniziato come un sussurro di preoccupazione tra i tifosi è esploso in un fenomeno virale, con sostenitori e analisti che indicano l’errore di Mkhitaryan come un punto di svolta che potrebbe costargli la carriera.

 

Mkhitaryan, un veterano la cui carriera ha brillato nei migliori campionati europei, dal Borussia Dortmund al Manchester United e ora all’Inter, è stato a lungo ammirato per la sua intelligenza calcistica. La sua capacità di leggere il gioco, unita a una determinazione incessante, lo ha reso un perno del centrocampo nerazzurro, anche quando i giovani hanno iniziato a contenderselo. Nel 2024, le prestazioni di Mkhitaryan sono state fondamentali per il trionfo dell’Inter in Serie A, con i suoi quattro assist e il pressing instancabile che gli hanno valso elogi. Tuttavia, sotto la superficie, si stavano formando delle crepe. Martinez, l’attaccante argentino talismanico e capitano dell’Inter, avrebbe esortato Mkhitaryan a dare priorità al riposo e al recupero durante la stagione estenuante del 2024. Martinez, che aveva superato i propri infortuni per diventare uno degli attaccanti più letali della Serie A, vedeva segnali preoccupanti nell’approccio di Mkhitaryan: un rifiuto ostinato di rallentare, anche se giocava più minuti di qualsiasi altro giocatore di movimento dell’Inter in quella stagione.

 

Il consiglio di Martinez non nasceva dal dubbio, ma dall’esperienza. A 28 anni, Martinez comprendeva il peso del calendario incessante del calcio d’élite, specialmente per un giocatore sulla trentina inoltrata. Ha esortato Mkhitaryan a gestire il suo carico di lavoro, magari saltando partite meno cruciali o concentrandosi su protocolli di recupero mirati. Fonti vicine alla squadra suggeriscono che Martinez abbia persino proposto a Mkhitaryan di consultare specialisti per ottimizzare la sua longevità fisica. Ma Mkhitaryan, spinto dal desiderio feroce di dimostrare il suo valore duraturo, ha ignorato il consiglio. “Ho sempre giocato nonostante tutto,” avrebbe detto ai compagni, citando la sua straordinaria forma fisica come prova di poter sfidare l’età. I tifosi, inizialmente ispirati dalla sua determinazione, ora la vedono come arroganza.

 

Le conseguenze sono diventate evidenti nella stagione 2024-25. Il corpo di Mkhitaryan, spinto al limite, ha iniziato a cedere. Un infortunio alla coscia lo ha costretto a saltare una partita chiave contro il Torino, e il suo ritorno contro la Lazio lo ha visto faticare a lasciare il segno, con contributi offensivi minimi e un solo tackle vinto in un pareggio per 2-2. Peggio ancora, la finale di Champions League dell’Inter contro il PSG ha messo in evidenza il suo calo di dinamismo. Di fronte a un PSG più giovane e affilato, Mkhitaryan è apparso “stanco,” come ha notato la Gazzetta dello Sport di Milano, incapace di tenere il passo con il pressing incessante dei parigini. La partita, una sconfitta umiliante per l’Inter, ha sottolineato il divario generazionale: Mkhitaryan, a 36 anni, faceva parte della squadra più anziana della competizione, e la sua prestazione ha alimentato le richieste di un rinnovamento della rosa.

 

I tifosi si sono riversati sui social media, amplificando la lungimiranza di Martinez. “Lautaro ha cercato di salvarlo, ma Micki non ha ascoltato,” recitava un post virale, che ha raccolto migliaia di condivisioni. Un altro tifoso ha lamentato: “Avrebbe potuto essere una leggenda qui per sempre, ma si è bruciato.” Il sentimento è cresciuto a valanga, con i sostenitori che ora vedono il rifiuto di Mkhitaryan di ascoltare Martinez come un errore fatale. Gli analisti concordano, indicando le sue statistiche in calo—due tiri, nessuno in porta, e solo due occasioni create nelle ultime cinque partite—come prova di un rendimento decrescente. Anche la dirigenza dell’Inter sembra pronta a voltare pagina. I rapporti suggeriscono che il club stia puntando su centrocampisti più giovani, con Jacob Ramsey dell’Aston Villa indicato come possibile successore.

 

La carriera di Mkhitaryan, sebbene illustre, è ora in bilico. Il suo contratto con l’Inter scade nel 2026, ma le voci di un trasferimento in un campionato meno impegnativo—o persino un ritorno al Pyunik in Armenia—si fanno più insistenti. L’armeno, che un tempo sognava di coronare la sua carriera con un titolo di Champions League, potrebbe invece uscire di scena con rimpianti. Martinez, nel frattempo, continua a guidare l’Inter con compostezza, la sua tripletta contro il Monaco nel 2024 a testimonianza della sua resistenza. Per Mkhitaryan, la lezione è chiara: nel calcio, ignorare la saggezza può costare più dell’orgoglio—può porre fine a un’eredità. Mentre i tifosi piangono ciò che avrebbe potuto essere, il clamore virale serve da monito per la prossima generazione. La storia di Mkhitaryan, un tempo di trionfi, rischia ora di svanire in una nota a piè di pagina di ciò che sarebbe potuto essere.